Alessandro Delfanti, Biohacker. Scienza aperta e società dell’informazione. Milano: Elèuthera, 2013. Edizione ridotta e aggiornata della versione originale in inglese
L’emergere di nuove forme di scienza aperta sta riconfigurando profondamente le relazioni tra ricerca, società e mercato. Le culture hacker sono infatti uscite dal mondo del software per contaminare altri saperi, in particolare le scienze della vita. È così nata l’inedita figura del biohacker, capace di mettere in discussione la ricerca proprietaria perseguita da «Big Bio» e la sua politica dei brevetti. Le modalità che caratterizzano questa trasformazione non sono però univoche, come mostrano i tre casi esemplari discussi nel libro: quello del biologo Craig Venter, quello della virologa Ilaria Capua e quello dell’artista-hacker Salvatore Iaconesi. E se una tendenza sta evolvendo verso una forma definibile come biocapitalismo, l’altra si muove invece verso una scienza partecipativa basata sulla più ampia condivisione di informazione e conoscenza.
I biohacker sono tra noi. Questo studio appassionante mostra come una nuova generazione di scienziati stia scardinando la ricerca biologica con lo stesso approccio usato un tempo per hackerare i computer. Grazie al loro lavoro, la scienza potrebbe non essere mai più la stessa.
Fred Turner, Stanford University
Recensioni dell’edizione italiana:
Giancarlo Sturloni, L’Espresso. Leggi
Angela Simone, Le Scienze. Leggi
Andrea Capocci, Il Manifesto. Leggi
Nico Pitrelli, Doppiozero. Leggi
Cristina Trivellin, D’Ars. Leggi
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